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Auser Udinese e Bassa Friulana - Adesione alla Campagna Referendaria "l'Acqua non si vende".

Auser Udinese e Bassa Friulana, pubblicata il 28-04-2010

 

 

 
IL 24 E 25 APRILE INIZIA LA RACCOLTA DELLE FIRME PER L'ACQUA BENE COMUNE E PUBBLICO
 
Il fine settimana del 24 e 25 aprile inizia in tutta Italia la raccolta firme per i referendum per la ripubblicizzazione dell'acqua. In centinaia di piazze italiane saranno allestiti i banchetti. Per consultare la mappa delle piazze andare sul sito www.acquabenecomune.org. L'anniversario della Liberazione dal nazifascismo è occasione per liberare anche l'acqua dal mercato e dal profitto.

 

In centiania di piazze italiane sono stati allestiti i banchetti che hanno raccolto, in 2 giorni, oltre 100mila firme.  La raccolta continua fino al 4 luglio, l'obiettivo che il comitato promotore si è posto è quota 700mila. Qui trovate la mappa dei banchetti costantemente aggiornata. L'anniversario della Liberazione dal nazifascismo è stata occasione per chiedere la liberazione dell'acqua dal mercaro e dal profitto. Ed è stato solo linizio.

 

I tre quesiti vogliono abrogare la vergognosa legge approvata dall’attuale governo lnel novembre 2009 e le norme approvate da altri governi in passato che andavano nella stessa direzione, quella di considerare l’acqua una merce e la sua gestione finalizzata a produrre profitti.

Dal punto di vista normativo, l’approvazione dei tre quesiti rimanderà, per l’affidamento del servizio idrico integrato, al vigente art. 114 del Decreto Legislativo n. 267/2000.

Tale articolo prevede il ricorso alle aziende speciali o, in ogni caso, ad enti di diritto pubblico che qualificano il servizio idrico come strutturalmente e funzionalmente “privo di rilevanza economica”, servizio di interesse generale e privo di profitti nella sua erogazione.

Verrebbero poste le premesse migliori per l’approvazione della legge d’iniziativa popolare, già consegnata al Parlamento nel 2007 dal Forum italiano dei movimenti per l’acqua, corredata da oltre 400.000 firme di cittadini. E si riaprirebbe sui territori la discussione e il confronto sulla rifondazione di un nuovo modello di pubblico, che può definirsi tale solo se costruito sulla democrazia partecipativa, il controllo democratico e la partecipazione diretta dei lavoratori, dei cittadini e delle comunità locali.



Vogliamo togliere l’acqua dal mercato e i profitti dall’acqua.

Vogliamo restituire questo bene comune alla gestione condivisa dei territori.

Per garantirne l’accesso a tutte e tutti. Per tutelarlo come bene collettivo.

Per conservarlo per le future generazioni.

 

 

» Perché tre referendum sull’acqua

 

» Il costituendo Comitato Promotore

 

» I referenti territoriali della campagna referendaria

 

» I materiali per la raccolta firme

 

» Leggi la relazione introduttiva ai quesiti referendari

 

 

Perché si scrive acqua ma si legge democrazia